ITA - E' morto il 21 aprile Papa Francesco, nato Jorge Maria Bergoglio. Aveva 88 anni e il suo pontificato è durato dodici anni. Una figura che ha improntato alla povertà evangelica il corso della cristianità che ha avuto in lui un punto di riferimento ritrovandosi nella radicalità evangelica dei Padri della Chiesa, nella ricerca della giustizia sociale, della solidarietà tra popoli ed uomini.Â
L'istituzione Chiesa, potente ed influente, si è ritrovata con Bergoglio molto più schierata che in passato con poveri e migranti climatici ed economici, come con l'esordio a Lampedusa, testimone addolorato degli oltre trecento morti in mare nell'ennesimo barcone dall'Africa all'Italia. Chiamarsi Francesco per il gesuita argentino ha significato portare una critica spirituale al mercatismo e agli eccessi dei modelli di consumo dell'Occidente ricco del Mondo. Una voce contro il progressivo rinchiudersi di quelle che sono state le società più aperte e più democratiche di sempre, celebre il suo richiamo ad una Europa di ponti e non confini. Un monito contro il commercio delle armi e contro apparati produttivi che inquinano, in prima linea con le iniziative dell'Onu contro il cambiamento climatico.Â
Arrivano a Roma tutti i potenti della Terra per i funerali di sabato 26 aprile e il conclave avrà decine e decine di cardinali provenienti da ogni angolo del Pianeta, nominati e scelti da Francesco. Molti porporati sono lontani dalla romanocentricità , con una mission di rappresentatività mai appiattita sul pluricentenario occidentalismo vaticano, apparso in alcuni passaggio del Novecento, ripiegato su se stesso e da rinnovare, secondo Bergoglio, con un riposizionamento evangelico con un linguaggio e una azione antielitista.
Su molti media, sono rintracciabili contributi che fanno un bilancio attento della visione socio-economica di questo pontificato, individuandone la grandezza nella giusta distanza dalle più recenti “teologie del benessereâ€, spacciate come propulsive di un futuro affluente da nuovi autocrati e in cui Bergoglio ha visto spesso troppa disumanità ed esclusione degli ultimi.Â
Â
EU/EN - Pope Francis, born Jorge Maria Bergoglio, died on April 21. The leader of the Catholic Church left his twelve-year pontificate at the age of 88. A figure who shaped the course of Christianity with evangelical poverty, which had in him a point of reference in the search for social justice, solidarity between peoples and men. The powerful and influential Church institution found itself with Bergoglio much more aligned than in the past with the poor and climate and economic migrants, as with his debut in Lampedusa, a sorrowful witness to the over three hundred deaths at sea in yet another boat from Africa to Italy. For the Argentine Jesuit, calling himself Francis meant bringing a spiritual critique of marketism and the excesses of the consumer models of the rich West of the world. A voice against the progressive closing of what were the most open and democratic societies ever, his call for a Europe of bridges and not borders is famous. A warning against the arms trade and against polluting production systems, at the forefront of the UN initiatives against climate change. All the powerful people of the Earth are arriving in Rome for the funeral on Saturday 26 April and the conclave will have dozens and dozens of cardinals from every corner of the planet, nominated and chosen by Francis, far from Roman-centricity, with a mission of representation never flattened by the centuries-old Vatican Westernism, which appeared in some passages of the twentieth century, folded in on itself and to be renewed, according to Bergoglio, with an evangelical repositioning with an anti-elitist language and action.
In many media, contributions can be found that carefully assess the socio-economic vision of this pontificate, identifying its greatness in the right distance from the most recent "theologies of well-being", passed off as propulsive of a future affluent by new autocrats and in which Bergoglio has often seen too much inhumanity and exclusion of the poors.
Â
staff@euroeconomie.itÂ