instagram
twitter
whatsapp

Newsletter

euroeconomie (10)
euroeconomie2

Rimani aggiornato su tutte le news di euroeconomie.it

[27/04/2025 10:57] Dombrovskis has been in Washington for International Monetary Fund and World Bank spring meetings Euroeconomie [23/04/2025 22:31] Pope Francis is dead. He was the voice of the poor Euroeconomie [17/04/2025 16:22] ECB: rates cut by a quarter point to 2.25% Euroeconomie [17/04/2025 15:57] The scenario of EU-US trade relations remains uncertain Euroeconomie [14/04/2025 10:51] Germany, massive support for the economy will be the priority of the new Merz government Euroeconomie [10/04/2025 12:34] Von der Leyen welcomes Trump's tariff pause Euroeconomie [08/04/2025 13:53] EU says it prefers negotiations, but proposes first tariffs on US imports Euroeconomie [28/03/2025 13:36] EU ready to respond to Trump's tariffs Euroeconomie [28/03/2025 12:05] The " Coalition of the Willing" confirms sanctions on Russia Euroeconomie [25/03/2025 16:02] The 27 EU leaders met at the Council to address defence spending and support for Ukraine Euroeconomie [24/03/2025 15:15] German parliament passes historic debt reform Euroeconomie [18/03/2025 11:31] Draghi: The use of common debt is the only way Euroeconomie [06/03/2025 15:49] ECB cuts interest rate to 2.5% Euroeconomie [06/03/2025 14:34] EU announces €800bn plan to rearm Europe Euroeconomie [01/03/2025 14:29] How the German economy will be governed with Merz as chancellor Euroeconomie [23/02/2025 07:33] Today Germany votes. Economic programs in the spotlight Euroeconomie [19/02/2025 16:06] Draghi stressed the urgency for the EU to operate as a single political and economic entity to respond to the current crises Euroeconomie [15/02/2025 19:52] European Commission to Tweak Fiscal Rules to Boost EU Defense Spending Euroeconomie [13/02/2025 23:58] European Commission wants larger EU budget Euroeconomie [11/02/2025 19:59] Europe Vows to Respond to Trump’s Tariffs Euroeconomie [10/02/2025 18:25] The economic topics to be discussed in the plenary session in Strasbourg Euroeconomie [06/02/2025 13:55] The informal EU leaders' meeting at the Palais d'Egmont Euroeconomie [30/01/2025 20:39] ECB cuts rates for fifth time Euroeconomie [30/01/2025 12:46] EC presents EU Compass to regain competitiveness and secure sustainable prosperity Euroeconomie [22/01/2025 19:11] L'Ecofin a approuvé la trajectoire budgétaire présentée par la France Euroeconomie [22/01/2025 15:30] Eurozone finance ministers met on Monday 20 January in Brussels for the Eurogroup Euroeconomie [20/01/2025 21:41] Donald Trump’s 2025 Inauguration Day Euroeconomie [07/01/2025 21:22] Euro area annual inflation up to 2.4% Euroeconomie [29/12/2024 23:10] Eurostat: more than 71 million EU citizens at risk of poverty Euroeconomie [24/12/2024 07:35] La France a son nouveau gouvernement. Lombard est le nouveau ministre de l'Economie Euroeconomie [21/12/2024 00:25] European Commission launches strategic automotive dialogue from January Euroeconomie [13/12/2024 23:06] France: Macron a nommé François Bayrou Premier ministre Euroeconomie [13/12/2024 18:24] Il rilancio economico e produttivo dell'UE secondo Marco Buti e Marcello Messori Euroeconomie [12/12/2024 15:39] European Central Bank delivers final rate cut of the year Euroeconomie [09/12/2024 18:34] December Eurogroup also with the British Chancellor of the Exchequer Reeves Euroeconomie
euroeconomie4

Il rapporto capitale/debito, le disuguaglianze e i rischi di deterioramento delle democrazie

14/11/2022 11:35

Euroeconomie

Euroeconomie, Macro/Scenari, euroeconomie, debito pubblico, crescita, pil, prodotto interno lordo, Antonino Andreotti, oprodotto interno lordo, economia mondiale, economia globale, finanza pubblica, disugugalianze, capitale/debito, democrazie,

Il rapporto capitale/debito, le disuguaglianze e i rischi di deterioramento delle democrazie

di Antonino Andreotti. Meglio operare sia su numeratore che denominatore del rapporto debito/PIL, risanando finanze e non stressando la crescita.

Il panorama economico-finanziario internazionale si presenta assai complicato.

Il mondo, infatti, si affaccia su una voragine di debito totale (pubblico + privato) nell’ordine dei 300 trilioni di dollari, tre volte e mezzo il PIL mondiale, con tassi d’interesse in ascesa a fronte dell’esaurimento delle politiche monetarie espansive.

L’economia mondiale è in frenata e in viaggio verso la recessione.

Per l'Italia dati e previsioni sono meno negativi, almeno per l’anno in corso; ma l’inflazione morde, lo spread tende ad ampliarsi, il servizio del debito si appesantisce e nessuno sa se l’ulteriore indebitamento, appena deliberato, stimolerà effettivamente l’attività economica.

In questo quadro, si è riacceso il dibattito sul rapporto tra il nostro debito pubblico e il PIL.

 

 

atkinson.jpeg

Per abbassarlo il debito pubblico, classicamente si fronteggiano due posizioni:

- La destra è per tagli alla spesa sociale, privatizzazioni, austerity, onde ridurre la grandezza al numeratore. Una ricetta tristemente nota, che ha creato disastri economici e sociali, denunciati e illustrati da numerosi scienziati sociali, tra cui A. Atkinson (nella foto), S. Biasco, P. L. Ciocca, L. Gallino, S. Keen, P. Krugman, T. Piketty, D. Rodrik, N. Roubini, G. Ruffolo, R. Shiller, J. E. Stiglitz; e, più di recente, da A. Boitani e, su contenuti più strettamente politici, da P. Gerbaudo.

- La sinistra propone l’accelerazione della crescita, per aumentare la grandezza al denominatore; ma, nelle attuali condizioni, non è affatto certo che le tradizionali politiche di stimolo riescano ad accelerare abbastanza l’economia, con il rischio che l’effetto sulla finanza pubblica sia irrilevante.  

 

a-us-treasury.jpeg

Questa tradizionale alternativa è data da più parti come datata, schematica e inadeguata.

Più convincente mi sembra l’idea di operare a un tempo su entrambi i termini – numeratore e denominatore – del rapporto debito/PIL; al fine di non compromettere gli obiettivi di risanamento finanziario, evitando ulteriori danni sociali e senza stressare le politiche di crescita al punto di allontanare il conseguimento degli obiettivi ambientali.

Come suggerisce E. Brancaccio, una strada può essere quella di bloccare il tasso d’interesse, affinché resti sempre inferiore a quello di crescita, con il risultato di alleggerire gradualmente la posizione debitoria anche per questa via.

Insomma, l’andamento del tasso d’interesse non sarebbe più in balia dei mercati finanziari, ma tornerebbe a essere uno strumento di una politica monetaria volta sia a riportare in ordine i conti pubblici, che a scongiurare la catastrofe sociale e rilevanti danni al funzionamento dell’economia.

 

La globalizzazione liberista è stata caratterizzata da un elevato rendimento del capitale a fronte di una crescita relativamente debole. È quindi aumentato il rapporto capitale/reddito e sono esplose le disuguaglianze creando una grande frattura sociale e un gravissimo deterioramento della democrazia. In misura tale da prefigurare il regresso verso la società di rentiers, o la democrazia dei signori paventata da L. Canfora.

Sappiamo anche che c’è in giro tanta cattiva economia (A. V Banerjee ed E. Duflo), che sono necessari investimenti enormi in beni materiali e servizi sociali e una guida per cambiare il capitalismo (M. Mazzucato). Sappiamo anche che le dimensioni del nostro debito rendono pericolosamente fragile il nostro posizionamento finanziario.

Appare quindi necessario un rinnovato ruolo attivo dello stato (ruolo di investitore di prima istanza, secondo Mazzucato); e, in questa prospettiva, l’impiego del tasso d’interesse come leva di politica economica può rappresentare uno strumento nuovamente utile ed efficace.

 

AntoninoAndreotti@euroeconomie.it

 


instagram
twitter
whatsapp

@2021-2023 EUROECONOMIE

SITO WEB REALIZZATO DA Q DIGITALY