La tre-giorni che ha riunito in Giappone il Gruppo dei Sette Paesi democratici più ricchi e industrializzati al mondo, si è conclusa domenica 21 maggio a Hiroshima . Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti ai quali si aggiungono i vertici dell'Unione europea.
Sono stati attivati contatti con India e Brasile cercando di associarli ad un atteggiamento meno neutrale sulla guerra russo-ucraina. Russia e Cina non sono state invitate. I Sette sono stati raggiunti a Hiroshima domenica dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky a cui hanno ribadito la loro determinazione a sostenere l’Ucraina nella guerra di aggressione della Russia.
I tre dossier affrontati
Tre i temi affrontati a Hiroshima: sanzioni alla Russia, sostegno militare all’Ucraina e condanna delle pressioni militari alla Cina.
Nella prima giornata di Summit i leader hanno concordato il rafforzamento delle misure restrittive contro la Russia nonchè i sistemi anti-elusione dei regimi di sanzioni già in essere. Seppur fuori dalla dichiarazione finale congiunta, e oltre agli ulteriori 375 milioni di aiuti a Kiev, si è registrata in Giappone un’apertura dal presidente statunitense Biden alla fornitura all'Ucraina di aerei caccia da guerra Made in USA F-16 e il sostegno ai Paesi aderenti agli sforzi di addestramento dei piloti ucraini sugli F-16.
Il terzo grande tema a Hiroshima era il rapporto del Gruppo dei Sette con la Cina.
Su Taiwan che la Cina continua a considerare parte del suo territorio, i Paesi G7 hanno ribadito le preoccupazioni espresse negli ultimi mesi. I Sette hanno dichiarato di essere “seriamente preoccupati per la situazione nel Mar cinese orientale e nel Mar cinese meridionale”, dove si trova Taiwan, e di opporsi “fermamente a qualsiasi tentativo unilaterale di cambiare lo status quo con la forza o la coercizione”. I vertici di Pechino hanno reagito con una nota del ministero degli Esteri che ha accusato il G7 di interferenze nei suoi affari interni.
Pechino ha appreso dalla dichiarazione finale che i Sette hanno sostanzialmente deciso di collaborare con un approccio unitario verso la Cina, chiedendo di diversificare le catene di approvvigionamento per ridurre la dipendenza da materie critiche.
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