La Germania ha chiuso definitivamente le sue ultime tre centrali nucleari rimaste finora attive, in linea con la sua transizione pianificata da tempo verso l'energia rinnovabile. La chiusura delle centrali di Emsland, Neckarwestheim II e Isar II poco prima della mezzanotte di sabato 15 aprile è stata celebrata sin dall'inizio della giornata da attivisti antinucleari fuori dai tre reattori e nel corso di manifestazioni a Berlino e Monaco.
Poiché i prezzi dell'energia sono decisamente aumentati lo scorso anno a causa della guerra in Ucraina, alcuni membri del governo del cancelliere tedesco Olaf Scholz avevano manifestato l'esigenza di rimandare la chiusura delle centrali nucleari prevista originariamente entro il 31 dicembre 2022. Scholz ha concesso una proroga una tantum della scadenza, ma ha insistito sul fatto che la chiusura finale avvenisse il 15 aprile 2023.
"I rischi associati all'energia nucleare sono decisamente incontrollabili", ha dichiarato il ministro verde dell'Ambiente, Steffi Lemke che ha raccolto il testimone della lunga battaglia contro il nucleare di Annalena Baerbock, co-leader del partito dei verdi assieme a Habeck e ministro degli esteri, convinta che l’energia nucleare “non risponde alla domanda sulla sicurezza del gas in Germania”.
Meno convinti della chiusra delle tre centrali nucleari sono apparsi nel governo i liberali della FDP. L'opposizione si è fatta sentire, tanto che il governatore conservatore della Baviera, Markus Soeder, ha definito la chiusura “una decisione assolutamente sbagliata. Mentre molti paesi nel mondo stanno persino espandendo l'energia nucleare, la Germania sta facendo il contrario”.
La denuclearizzazione della Germania, con questo ultimo atto, appare definitivamente completata.
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