Agli Ecofin succedutisi nel corso di anni funestati dalla pandemia e dall'abnorme crescita dei prezzi energetici e inflazione, i ministri delle Finanze dell'Unione hanno dovuto fare i conti con la necessità di reagire insieme alle emergenze e agli shock esogeni.
Non si sono sottratti a questa necessità storica i ministri finanziari dell'Unione anche in occasione della riunione del 14 febbraio 2023.
Sul tavolo negoziale si sono ritrovati la possibilità o meno di un compromesso da costruire per strutturare un quadro propulsivo di aiuti di stato e un nuovo Patto di stabilità, sospeso fino al 2023, in grado di garantire una maggiore reislienza agli Stati membri minacciati da insidiose crisi negli approviggionamenti di materiali, compnenti ed energia.
Le minacce esterne compattano l'Ecofin
Problemi ereditati dalla pandemia, alta inflazone, prezzi energetici, competitività delle industrie europee: sono i macrotemi evocati e risuonate nelle dichirazione a margine dell'Ecofin del 14 febbraio.
Dal fronte della Commisione Valdis Dombrovskis e Paolo Gentiloni hanno confermato che la proposta dell'esecutivo europeo sul Patto di stabilità prossimo venturo sarà sul tavolo dei vari Le Maire, Lindner, Giorgetti, Calvino e tutti gli altri ministri, dopo il Consiglio europeo di fine marzo 2023.
All'orizzonte si prefigura un Green Industrial Plan promesso per giugno dalla presidente Von der Leyen.
Le parole d'ordine sono pragmatismo e flessibilità. L'asse franco-tedesco intende poter difendere gli asset industriali e la loro competitività considerando la persistenza insidiosa di una guerra armata in atto al confine russo-ucraino e una guerra economico-protezionista in forma di sussidi statunitensi.
Il tedesco Lindner si è detto aperto "a più flessibilità in una prospettiva di medio termine, ma occorre un percorso di riduzione dell'indebitamento credibile”. In gioco sono l'identità, la forza, la reputazione della locomotiva d'Europa tedesca e la tenuta della Francia. In questo scenario, dal ministro italiano a quello spagnolo fino agli altri ministri giunti a Bruxelles dalle capitali dell'est e del nord europa, lo spettro da evitare dannose recessioni e una difesa dei sistemi economici al pari di Berlino e Parigi.
Si stringono i ranghi e per farlo viene disallineata l'annosa contrapposizone rigore-spesa, sostituendola con mantra come resilienza e sviluppo, che scaccia la vecchia dicotomia divisiva in nome di un argine alle minacce esterne alla stabilità di ogni Paese membro, provenienti da eventi e politiche esterne all'Unione.
Nelle prossime settimane e mesi si avrà maggiore contezza della capacità mediatrice della Commissione tra gli Stati. Non è semplice tenere insieme risanamento ed investimenti, dialogando con i governi e concordando piani coerenti con le varei Capitali all'insegna di un equilibrio che eviti nuovi segni meno nei rilevamenti sugli indicatori di crescita e prodotto degli Stati membri.
Gentiloni: revisione Patto di stabilità, i tempi della legislatura stringono.
Al questo Ecofin di febbraio, il commissario europeo all'Economia Gentiloni, ha chiesto di fare progressi sulla revisione del Patto di stabilità e crescita Ue in modo da far ratificare l'eventuale accordo tra i governi dall'attuale Parlamento europeo, prima che scada il suo mandato, tra 15 mesi. "Per questo spero che raggiungeremo delle conclusioni entro la fine del mese prossimo", ha detto Gentiloni significativamente, giungendo all'Ecofin. "Dobbiamo dare al Parlamento europeo il tempo necessario alla discussione sul consensus che raggiungeremo. Il tempo non è infinito: il Parlamento concluderà il mandato tra 15 mesi", ha voluto pragmaticamente rimarcare.
Revisione dei Pnrr. Si comincia dalla Germania
Il Consiglio Ecofin ha adottato una decisione di esecuzione modificativa del piano della Germania per la ripresa e la resilienza. L'aggiornamento del piano della Germania è di natura tecnica. Riguarda due misure del piano tedesco, una relativa alla digitalizzazione delle ferrovie e l'altra alla ricerca e allo sviluppo di vaccini contro SARS-CoV-2. Per quanto riguarda la digitalizzazione delle ferrovie, uno dei sette progetti tedeschi ha dovuto posticipare la data di completamento a causa di eccezionali ritardi di costruzione. Per quanto riguarda la R&S sui vaccini, a causa di diversi fattori di incertezza inerenti alla ricerca e allo sviluppo, uno dei programmi tedeschi ha dovuto modificare i suoi obiettivi precisi. La modifica molto limitata proposta dalla Germania non pregiudica la pertinenza, l'efficacia, l'efficienza e la coerenza del suo piano per la ripresa e la resilienza.
Nel corso del 2023, ciascuno dei 27 Stati membri dovrebbe richiedere progressivamente, almeno una volta, decisioni di attuazione su un aggiornamento del proprio piano nazionale per la ripresa e la resilienza, al fine di beneficiare delle nuove sovvenzioni nell'ambito di REPowerEU, richiedere i prestiti disponibili o tenere conto l'assegnazione aggiornata nell'ambito delle FRR.
Russia e altri dossier
Nel corso del Consiglio i ministri, alcuni dei quali parteciperanno il 24 e 25 febbraio al G20, hanno fatto il punto, previo uno scambio di opinioni, sulle ultime evoluzioni delle conseguenze economiche e finanziarie dell'aggressione della Russia contro l'Ucraina. I lavori si sono concentrati sull'attuazione delle sanzioni adottate contro Mosca e si è decisa l'inclusione della Russia nell'elenco delle giurisdizioni non cooperative ai fini fiscali. Il conto sale così a 16 Stati. I ministri, vagliata la legislazione adottata nel 2022 sul tema, hanno dovuto decretare che Mosca non ha affrontato gli aspetti dannosi di un regime speciale per le holding internazionali. Sulla decisione di Bruxelles ha evidentemente influito, dopo l'invasione dell'Ucraina, anche l'interruzione del dialogo con Mosca sulla tassazione delle società.
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