Il governo tedesco ha annunciato uno scudo da 200 miliardi per calmierare prezzi in Germania.
A risultare non casuale è stato anche la tempistica dello scudo di Berlino: alla vigilia del Consiglio Energia e proprio mentre la Commissione si limitava a proporre un non paper con il price cap al gas russo spiegando che un tetto generalizzato a tutto l'import "comporta rischi significativi legati alla sicurezza di forniture di energia".
La proposta della Commissione, in diverse cancellerie, è stata vista come un compromesso sbilanciato verso il peso specifico e le preoccupazioni della Germania.
"Non possiamo dividerci a seconda dello spazio nei nostri bilanci nazionali, serve solidarietà", ha detto, riferendosi allo scudo tedesco, il premier italiano Mario Draghi.
Il price cap al gas, hanno osservato fonti diplomatiche, sarebbe una misura in principio sulla stessa linea dell'azione Ue contro il Covid.
La mossa di Berlino ha fatto scendere immediatamente il prezzo del gas, che ad Amsterdam ha chiuso al del 9,4% a 187,7 euro a megawatt ora. Con una sorta di price cap nazionale, ovvero sul modello di Portogallo e Spagna, la Germania ha voluto fugare il suo timore più grande, legato ai rischi per Berlino di un tetto su scala Ue: quello dell'approvvigionamento energetico.
Quindici Paesi europei non sono convinti che sia una decisione che rispetti la coesione richiesta nella lettera inviata alla Commissione in cui caldeggia un price cap generalizzato, con adesioni di peso come quella di Italia e Francia.
Gli Stati dell'Unione dovrebbero portare a sistema queste asimmetrie o nel prossimo vertice dei leader a Praga o al Consiglio europeo di fine ottobre a Bruxelles. Sulla questione e crisi ebnergetica il mese di ottobre risulterà in Europa un banco di prova importante.