Il segretario generale dell'Eliseo, Alexis Kohler, ha annunciato il 20 maggio la composizione del nuovo governo francese, solo quattro giorni dopo la nomina a capo dell'esecutivo di Elisabeth Borne.
Il primo consiglio dei ministri è stato convocato per questo lunedì alle ore 10.
Rispetto al precedente governo Castex, ci sono elementi di rinnovamento e altri di continuità .Â
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Le conferme nei ministeri di maggior peso.
Novità agli Esteri. Le Maire guida ancora l'Economia.
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La squadra che guida Elisabeth Borne da Palazzo Matignon è formata complessivamente da 22 persone, undici donne e undici uomini. Le conferme di maggiore peso sono quelle di Bruno Le Maire (sempre in carica dal 17 maggio 2017), Gérald Darmanin e Eric Dupond-Moretti rispettivamente a Economia, Interno e Giustizia. La novità più importante è probabilmente la nomina dell'ex ambasciatrice in Italia e fino a oggi nel Regno Unito Catherine Colonna al ministero degli Esteri.Â
All'Economia incassa la conferma Bruno Le Maire, classe 1969, con un cursus honorum nel centrodestra moderato fino al marcato avvicinamento a Emmanuel Macron nel 2017. Nella sua storia politica spicca la guida del gabinetto di Dominique de Villepin nel 2006-2007, e la buona prova come sottosegretario agli Affari europei nel Governo Fillon (presidenza Sarkozy) tra il 2008 e il 2009 e poi ministro dell'Agricoltura, tra il 2009 e il 2012. Sfortunato candidato, nel novembre del 2017 , alle primarie dei Républicains. Dov'era arrivato quinto, con il 2,4% dei voti e quindi la virata verso la novità vincente Macron.
Alla guida della seconda economia dell'Eurozona, Le Maire può vantare di essere stato tra i potagonisti delle decisioni alla base del lancio del NextGenerationEU della Commissione. Â
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Gli altri ministeri afferenti all'economia
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Olivia Grégoire sarà la nuova portavoce del governo francese al posto di Gabriel Attal, nominato a sua volta responsabile dei Conti pubblici. L'ex viceministra responsabile dell'Industria, Agnès Pannier-Runacher, è invece chiamata a dirigere il ministero della Transizione energetica. L'ex ministra responsabile della Funzione Pubblica, Amélie de Montchalin, è stata nominata come nuova ministra per la Pianificazione ecologica e i Territori.
Il posto di ministra del Lavoro lasciato vuoto da Borne viene occupato da Olivier Dussopt, la nuova ministra della Ricerca è la rettrice dell'Universite' Paris-Saclay Sylvie Retailleau, per l'Agricoltura è stato designato Marc Fesneau.
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Gli altri ministri
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Lo storico Pap Ndiaye prende il posto di Jean-Michel Blanquer alla guida del ministero dell'Istruzione, suscitando immediatamente le ire di Marine Le Pen, che lo ha definito "un indigenista che rivendica di esserlo, l'ultima pietra della demolizione del nostro paese, dei suoi valori e del suo avvenire".Â
Clément Beaune, europeista di ferro, è titolare del dicastero agli Affari europei, il ministero della Difesa è andato a Sebastien Lecornu. Alla Cultura, al posto di Roselyne Bachelot, la franco-libanese Rima Abdul Malak, già consigliera per la Cultura di Emmanuel Macron.Â
Sarà sostituito come ministro delle Relazioni con il Parlamento da Olivier Veran, che a sua volta lascia il ministero della Salute all'ex delegata all'Autonomia, Brigitte Bourguignon. Il delegato generale della Republique en Marche, Stanislas Guerini, è stato scelto per il ministero della Funzione pubblica. Ministro della Solidarietà è Damien Abad
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Le criticheÂ
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Jean-Luc Mélenchon, leader di Nupes (Nuova Unione Popolare ecologica e sociale), la coalizione delle formazioni di sinistra e ecologiste per le elezioni legislative in programma fra 3 settimane, ha parlato di un governo “cupo e grigio†e promesso che "tra un mese tutto cambierà ", non nascondendo l'ambizione di conquistare la maggioranza parlamentare e farsi nominare primo ministro al poste di Borne.