Il 2022 sarà per l'Italia l'anno del pieno avvio del Pnrr, il Programma nazionale di ripresa e resilienza finanziato in gran parte con i fondi europei. Per l'economia italiana vale 235,1 miliardi di euro tra 2021 e 2026. Una grande opportunità per ridisegnare l'economia nazionale ma soprattutto un enorme volano per la crescita se ben utilizzato. Si è dibattutto per anni della necessità di politiche espansive in Europa e di riflesso in Italia. L'occasione di attuarle l'ha data l'esigenza vitale di un rimbalzo dei fondamentali economici continentali ed italiani depressi dalla grave crisi a cavallo tra il 2020 e il 2021 a causa della pandemia da Covid-19. La crisi del Covid ha quindi portato a risposte senza precedenti, come il Next Generation Eu, un possente pacchetto di misure e stimoli economici per i Paesi membri lanciato dalla Commissione europea nel luglio 2020 e, tra queste, la “Recovery and Resilience Facility” (RRF) a cui sono destinati 672,5 miliardi dei 750 totali di NGEU. I suoi fondi promuovono la sostenibilità dei debiti pubblici attraverso la solidarietà, riducendo il rischio di un circolo vizioso tra banche e stati.
L'Unione europea non ha stavolta scelto, come dopo la crisi dei debiti sovrani dei primi anni del decennio scorso, la strada della cosiddetta austerity espansiva, secondo una definizione invalsa sui media europei.
Secondo la Banca d'Italia, le misure di sostegno introdotte nel corso del 2022, quelle inserite nel disegno di legge di bilancio e gli interventi del Pnrr possono innalzare il livello del Pil complessivamente di circa 5 punti percentuali nell’arco del quadriennio 2021-24.